UNA RIFLESSIONE AL MASCHILE SUL TEMA DEL FEMMINICIDIO

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  1. frida65
     
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    Vi invito a leggere, nella sezione articoli, un interessante riflessione “al maschile” sul tema della violenza nei confronti delle donne .
    Nicola Lagioia, autore dell’ articolo, ragiona sul fenomeno del femminicidio partendo da una buona domanda che, secondo lui, ogni uomo dovrebbe porsi : “cosa condivido io con l’ assassino?”
    La sua risposta è un’ analisi di tipo culturale ed educativo.
    Dal punto di vista culturale, Lagioia ricorda che il nostro Paese deve ancora superare del tutto il retaggio patriarcale che per secoli ha considerato la donna inferiore rispetto al maschio tanto da legittimare l’ uccisione dell’ adultera da parte del proprio marito (ricordiamo che il delitto d’ onore è stato abrogato nel 1981). In Italia molti uomini vivono in contesti che li mettono in una posizione predominante rispetto alle donne e sono ancora numerosi i maschi che trasferiscono questa idea di dominio sulla femmina nei contesti familiari e nelle relazioni di coppia.
    Un altro aspetto culturale che contribuisce a complicare la situazione è ” un’ idea distorta di matriarcato come alibi” che spinge alcuni uomini a rapportarsi con la propria donna considerandola una “trasfigurazione della mamma o della sorella”, per cui, quando vengono lasciati, interpretano l’ abbandono "non come l’ esercizio , per quanto doloroso, di un legittimo diritto, ma come la rottura di una sorte di legge mosaica o di un crimine contro natura”.
    Dal punto di vista educativo, Lagioia torna su un tema largamente affrontato su questo blog: la mancanza del senso del limite che caratterizza la post-modernità. Buona parte dei modelli sociali attuali si basano sul principio secondo cui ogni desiderio deve essere soddisfatto sempre e a tutti i costi. I fallimenti, le sconfitte, le frustrazioni, il dolore difficilmente vengono accettati, affrontati, elaborati, gestiti. Quello che fa soffrire deve essere eliminato, cancellato, annientato.
    Questo mix di retaggio patriarcale e mancanza di senso del limite (e di empatia) crea un “contesto molto congeniale allo scatenamento del lato più oscuro, violento ed infantile” dei maschi che picchiano e uccidono le loro donne.
    Dobbiamo prenderne atto e lavorare tutti insieme nelle famiglie, nelle scuole, nei luoghi di aggregazione, nelle istituzioni per promuovere scelte educative e culturali diverse che aiutino la nostra società a superare una volta per tutte l' idea che un genere o un orientamento sessuale sia migliore o peggiore o abbia il diritto di esercitare un qualsiasi tipo di potere sull' altro. E dobbiamo impegnarci a recuperare valori educativi che insegnino alle nuove generazioni a confrontarsi con i limiti, a gestire il desiderio e a governare emozioni e sentimenti.
    Lo dobbiamo alle nostre figlie, ai nostri figli, a noi stessi e alle 58 donne uccise dai loro uomini nei primi 6 mesi del 2016.
     
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  2. frida65
     
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    Segnalo un’ altra analisi “al maschile” sul tema del femminicidio, stavolta firmata da Michele Serra (la trovate nella sezione articoli con il titolo
    “L’ ossessione dei maschi che uccidono”).
    Il noto giornalista e scrittore prova ad esaminare il fenomeno dal punto di vista politico partendo dal presupposto concettuale in base al quale “molti dei nostri comportamenti sono determinati dalle nostre convinzioni e dalle nostre idee”. Secondo Serra “ il via libera all'aggressione, alla persecuzione, allo stalking, al delitto scatta anche perché nessuna esitazione "ideologica" interviene a soccorrere il carnefice, nessuna occasione di dibattito interno gli è occorsa, a proposito di maschi e di femmine” .
    L’ autore vede nella “decompressione ideologica dei nostri anni” una delle cause alla base del fenomeno del femminicidio perché se la politica e la cultura (“ovvero: il processo di civilizzazione”) non intervengono nella vita delle persone per educarle a regolare i rapporti sociali “rendendoli più compatibili al bisogno di incolumità e dignità di ogni persona” , diventa difficile intervenire efficacemente per arginare la violenza.

    Mi sembra un punto di vista interessante e sicuramente utile per approfondire un tema complesso come quello della violenza di genere, sul quale occorre confrontarsi esaminando il fenomeno da diversi punti di vista per riuscire a fare scelte educative, culturali e politiche davvero efficaci.
     
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1 replies since 12/6/2016, 13:44   177 views
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