ARTEMISIA GENTILESCHI un' artista simbolo del femminismo contemporaneo

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  1. frida65
     
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    Autoritratto come allegoria della pittura



    Figlia del pittore Orazio, Artemisia Gentileschi nasce a Roma nel 1593 e, fin da bambina, coltiva l' amore per la pittura. In controtendenza con le usanze del periodo e nonostante sia femmina, il padre, intuendone le doti, le insegna il mestiere trasmettendole la passione per le opere del Caravaggio. La utilizza anche come modella e la ritrae nuda in alcune tele alimentando le voci di un rapporto incestuoso. L’esperienza maturata nella bottega paterna consente alla ragazza di esercitare la sua arte.


    Il primo dipinto (datato 1610) è “Susanna e i vecchioni“ nel quale, probabilmente, Artemisia ritrae sé stessa e, nei vecchioni, le due figure maschili che, in modo diverso, hanno avuto un peso non indifferente sulla sua vita: il padre, e Agostino Tassi, il pittore, amico di famiglia che nel maggio del 1611 la violenta e, per rimediare al disonore, promette di sposarla. Quando scopre che il suo aggressore oltre ad essere già sposato, ha una relazione con la sorella della moglie, la Gentileschi denuncia la violenza subita dando inizio ad un processo che si conclude, nel 1612, con la condanna del Tassi ad otto mesi di reclusione. La documentazione del procedimento penale , oltre ad evidenziare la forte personalità di della giovanissima Artemisia, testimonia la crudeltà dei metodi inquisitori di quegli anni ( la povera ragazza, infatti, depone le sue accuse contro Agostino Tassi subendo la tortura dello schiacciamento dei pollici).

    Tra il 1612 e il 1613 l' artista realizza la sua opera più famosa “Giuditta che decapita Oloferne”.


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    Nella violenza e nella veridicità della scena rappresentata, i critici leggono tutta la rabbia della Gentileschi nei confronti del maschile. Il dipinto è considerato una sorta di riscatto artistico per l’abuso e per l’ingiustizia subiti. Inoltre, osservando questa tela, e possibile notare il parallelismo tra Artemisia Gentileschi e Caravaggio, (che pochi anni prima aveva rappresentato lo stesso episodio biblico)

    Poiché la vita a Roma , dopo lo scandalo del processo, diventa insostenibile, Artemisia decide di emigrare a Firenze con il marito e i 4 figli.
    Qui riprende a dipingere ottenendo i favori di alcuni grandi artisti del periodo (Galileo Galilei e Michelangelo Buonarroti il giovane) e, nel 1616, prima donna ad ottenere tale privilegio, entra nell' Accademia delle Arti del Disegno Fiorentina.
    La produzione artistica in questo periodo è notevole: spesso nei quadri, dipinti su commissione, si ritrovano , nei volti delle protagoniste femminili, gli stessi lineamenti presenti nei suoi autoritratti. Artemisia è non solo autrice ma anche modella dei suoi dipinti che sono caratterizzati, tra l' altro, da una forte sensualità. Le donne che ritrae hanno un aspetto avvenente ed elegante, sguardi intensi e complici, vesti ampie, talvolta scollate e vengono dipinte in una perfetta armonia di forme e luci.

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    Nel 1621, a causa dei debiti accumulati e della difficile convivenza con il marito, la pittrice torna Roma ed entra a far parte dell' Accademia dei Desiosi. Poiché malgrado la forte personalità e l' evidente bravura artistica le viene chiesto di realizzare solo ritratti o rappresentazioni di scene religiose, mentre le grandi opere (come le pale d’altare o i cicli dei grandi affreschi) le sono precluse, la pittrice, dopo un breve periodo a Venezia in cerca di nuove commissioni (1627-1630) decide di trasferirsi a Napoli.
    Qui, per la prima volta, le viene affidata l’esecuzione di tre dipinti per la Cattedrale di Pozzuoli.

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    San Gennaro che doma le belve nell' anfiteatro


    Nel 1638 la pittrice, per volere di Carlo I Stuart, raggiunge il padre Orazio a Londra e rimane a lavorare con lui come come artista di corte fino al 1639. Nel 1649 ritorna a Napoli dove muore nel 1653.

    Dal 30/11/2016 al 7/05/2017 a Palazzo Braschi, Roma è allestita una bella mostra dedicata a questa grande artista.
    Per info: www.museodiroma.it
     
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  2. allegretto2
     
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    Nel mese di marzo, all'interno delle iniziative di Scrivere donna parleremo di Artemisia Gentilesch e della musicista Francesca Caccini. Furono amiche, <i>come sorelle. E' questo infatti il tema che cercheremo di sviluppare nei vari campi. A Gennaio ci sarà il programma completo delle iniziative.
     
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1 replies since 21/12/2016, 16:34   106 views
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